Nei pazienti con obesità, il nuovo farmaco sperimentale AMG133 ha consentito di ottenere un’importante perdita di peso con una promettente durata nel tempo, aprendo la strada a uno studio intermedio più ampio all’inizio del prossimo anno, come emerso dai dati di uno studio di fase I presentati da Amgen al World Congress of Insulin Resistance, Diabetes and Cardiovascular Disease (WCIRDC).

Negli ultimi anni il campo della perdita di peso ha goduto di una rinnovata attenzione da parte dei medici e degli investitori, dopo la dimostrazione degli effetti dimagranti dei GLP-1 agonisti liraglutide e semaglutide e del doppio agonista GLP-1/GIP tirzepatide, che agiscono innescando la sensazione di sazietà dopo aver mangiato.

AMG 133Si tratta di un agonista GLP-1 e al contempo di un antagonista GIP, dove un anticorpo blocca il peptide insulinotropico glucosio-dipendente (GIP), mentre due peptidi attivano il GLP-1, un’azione che secondo Amgen potrebbe aumentare la perdita di peso e consentire al farmaco di agire più a lungo nell’organismo.

Il farmaco è stato progettato sulla base di dati genetici preclinici e umani che suggeriscono fortemente come l’inibizione del recettore GIP rappresenti una strategia migliore per la perdita di peso rispetto alla sua stimolazione, specialmente in combinazione con l’agonismo del GLP-1.

Importante perdita di peso che si mantiene a lungo
Il piccolo studio preliminare di fase I, randomizzato, in doppio cieco, nelle persone con obesità (BMI compreso tra 30 e 40 kg/m2) senza diabete. I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 3:1 a ricevere AMG 133 sottocutaneo o placebo come dose singola ascendente (SAD) o dosi multiple ascendenti (MAD).

Gli studi hanno mostrato variazioni percentuali medie del peso corporeo comprese tra -7,2% con la dose più bassa (140 mg ogni 4 settimane) e -14,5% con quella più alta (420 mg ogni 4 settimane) entro il giorno 85 (12 settimane).

Un notevole grado di perdita di peso è stato mantenuto oltre il periodo di trattamento, infatti dopo 150 giorni dall’ultima somministrazione della dose più alta il calo ponderale era ancora dell’11,2% rispetto al peso al basale originale all’inizio dello studio.

«Una perdita di peso corporeo totale del 14,5% sembra certamente promettente» ha affermato Katherine Saunders, specialista dell’obesità presso Weill Cornell Medicine e fondatrice della società di telemedicina incentrata sull’obesità Intellihealth. «La somministrazione mensile anziché settimanale potrebbe inoltre essere molto interessante per le persone che non amano le iniezioni».

La maggior parte degli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE) sono stati lievi e transitori, generalmente correlati al tratto gastrointestinale. I più comuni sono stati nausea e vomito, con risoluzione entro un paio di giorni dalla prima dose.

Sulla base di questi risultati, all’inizio del prossimo anno la compagnia intende avviare uno studio di fase II per valutare ulteriormente le caratteristiche della molecola, che arruolerà una gamma più ampia di pazienti, compresi quelli con condizioni di salute aggiuntive come il diabete. Secondo l’analista di JP Morgan Chris Schott, se tutto procederà senza intoppi, nel 2024 potrebbe iniziare uno studio di fase III, con un lancio previsto nel 2026 o 2027, in caso di approvazione.